Si fa presto a dire terroir
Ok, è un termine francese, ma negli ultimi 10 anni, nessuno è stato in grado di trovare un termine migliore e più esaustivo, nonostante ‘terroir’ sia ancora una delle parole più utilizzate ma spesso meno comprese nel modnto del vino.
A a che fare con il Clima
A a che fare con la Geografia
A a che fare con la Geologia
Ma anche con i Microrganismi
E ovviamente anche con gli Uomini
ed è infine un itelligibile ma indescrivibile mix di tutti questi elementi ed altri ancora.
Questa immagine, rappresenta la migliore descrizione di Terroir, scovata girando per vigneti, in Nuova Zelanda
Da un punto di vista geologico, Pieve de’ Pitti è l’esempio perfetto della varietà che caratterizza le Terre di Pisa.
Sulla collina di Pieve de’ Pitti, sono presenti infatti molte delle formazioni geologiche caratteristiche della Valdera, a partire dalle sabbie e dalle argille Plioceniche, fino ai terrazzamenti alluvionali di argilla blu.
In una varietà di tessiture, colori, chimica, pereabilità densità e fertilità che costituisce un elemento unico e di grande potenziale nel panorama viticolo toscano.
Combina tutti questi elementi su una collina che affaccia, con pendii scoscesi nerso Sud-Ovest e sia pre verso Sud-est con ampie terrazze pianeggianti .
Poi aggiungi il sole, che danza attorno alla Villa, e il vento di Libeccio ovviamente, che soffia costantemente da Sud-Ovest, quando non lascia spazio ad un po’ di Maestrale o di Grecale.
Non è esattamente semplice, vero?
Di conseguenza, non abbiamo avuto altra scelta che piantare una vigna su ognuno di questi suoli, tutti egualmente vocati alla viticoltura. Questa è la principale ragione della varietà dei vitigni che coltiviamo a Pieve de’ Pitti.
Li abbiamo scelti tra quelli più adatti a sfruttare le potenzialità di ogni diversa combinazione di suolo, vento, sole, acqua
i nostri suoli, in termini geologici
Nelle Terre di Pisa affiorano formazioni geologiche che si sono depositate in un intervallo cronostratigrafico, di circa 300 milioni di anni, che va dal Paleozoico (probabilmente Carbonifero) al Quaternario.
Nelle Colline Pisane a sud dell’Arno affiorano estesamente i sedimenti neogenici del complesso neoautoctono. Si tratta di sedimenti trasgressivi sia marini che lacustri che si sono depositati in concomitanza di episodi distensivi dal Miocene superiore al Quaternario. Le Formazioni affioranti a maggiore contenuto fossilifero sono quelle dell’Arenaria di Ponsano (Tortoniano inferiore), delle Argille azzurre, Calcarenite e sabbie ad Amphistegina e Formazione di Villamagna (Pliocene) e delle Sabbie e argille ad Arctica, Sabbie di Nugula Vecchia e della Formazione di Casa Poggio ai Lecci (Pleistocene). In queste formazioni si rinvengono Bivalvi, Gasteropodi, Brachiopodi, Echinoidi, Cirripedi, Pesci, Rettili e Mammiferi, sia Marini che continentali
Per questo motivo, geologicamente, questa piana è interamente costituita da depositi di ambiente diverso: mare, lago, fiume, rappresentati da argille, sabbie e ghiaie con giacimenti di torba e lignite, variamente disposti in strati e lenti discontinue più̀ o meno spessi, tutti inclinati da levante a ponente. In superficie la parte centrale della piana appare attualmente costituita da alluvioni fluviali, mentre nelle parti periferiche affiorano argille lacustri.
La geologia e la geografia dei luoghi hanno guidato le nostre scelte nell’impianto delle viti, con l’obiettivo di massimizzare l’influenza degli elementi naturali sulla maturazione e sull’espressione varietale del vitigno.
Pieve de’ Pitti è un luogo fortunato.
Il mare è a due passi e le brezze marine soffiano costantemente sui vigneti orientati a Ovest e Sud-Ovest.
L’oceano ha ricoperto queste colline per migliaia di anni: i suoli sono ricchi di conchiglie, fossili e coralli.
Sull’altro lato, rivolto ad Est, il fiume Sterza scorre ora placido ma in passato era largo, impetuoso e fertile. I vigneti sul versante Est sono stati impiantati su un terrazzamento pianeggiante, creato nei secoli dal sussegursi di fenomeni esondativi. I colori della terra sono brillanti, di un rosso accesso, lì. Niente conchiglie ad Est, ma grossi sassi bianchi e rotondi, che rendono il nostro lavoro in vigna più difficile ma che riflettono sulle uve la radiazione solare durante l’intero arco della giornata, regalando al Sangiovese una maturazione equilibrata e completa.